Alcuni documenti FSB dimostrano come l’intento di Mosca sia quello di manipolare i paesi dell’Europa orientale: tra questi la Moldova.
Diverse centinaia di manifestanti sono scesi nelle piazze della Moldova il mese scorso, per manifestare e chiedere le dimissioni del leader filo-occidentale. Alla base della protesta, c’è la figura di Ilan Shor, che ha ricevuto il sostegno di Mosca.
I documenti su Ilan Shor
Ilan Shor sarebbe stato definito anche «un degno partner a lungo termine» da Mosca stessa, che ha offerto alla regione moldava guidata dal partito di Shor un accordo sul gas russo a buon mercato. Ilan Shor, 35enne, ha collaborato con il Cremlino per sovvertire l’ex repubblica sovietica.
I documenti in questione dimostrano come l’intento di Mosca sia quello di manipolare i paesi dell’Europa orientale, nonostante la sua campagna militare in Ucraina faccia acqua da tutte le parti. Secondo quanto appreso attraverso i documenti ufficiali, pare anche che l’FSB abbia ricevuto diverse decine di milioni di dollari da alcune delle più grandi compagnie statali russe, per creare una rete di politici moldavi e orientare il Paese verso Mosca.
Durante il primo periodo di guerra in Ucraina, il timore del governo della Moldova era quello che i carri armati russi potessero attraversare il suo confine, specialmente nel caso in cui il porto di Odessa, situato nel sud dell’Ucraina, fosse crollato.
Le tensioni per la questione economica
Nonostante quella minaccia si sia attentata, resta la tensione creata sull’uso del gas naturale e le conseguenze relative agli attacchi aerei russi sulle infrastrutture energetiche situate nei pressi dell’Ucraina. Per questo motivo, si sta spingendo per un cambiamento della leadership politica.
Secondo alcune indiscrezioni, l’FSB avrebbe mandato una squadra di strateghi politici russi per consigliare il partito di Shor. Stando inoltre a quanto emerso dai documenti, l’FSB ha curato un accordo in cui un oligarca russo ha acquisito uno dei principali asset di Shor, per proteggerlo dalle autorità moldave.
Come l’Ucraina, anche la Moldova ha ottenuto lo status di candidatura all’Unione europea in giugno. Alla luce delle situazioni verificatesi durante il corso del conflitto, ed anche a causa delle numerose tensioni provocate dalle strategie messe in atto durante la guerra, il Paese risulta piuttosto suscettibile alle pressioni della Russia.
Difatti, la Moldova dipende quasi al 100% dal gas russo. Le dichiarazioni di Oleg Serebrian, vice primo ministro della Moldova, in sede d’intervista: «Sono molto imbarazzati per l’intera operazione in Ucraina e hanno bisogno di un successo da qualche parte. La mia paura personale è che la Moldova sia un bersaglio più facile dell’Ucraina. Quindi, per una sorta di riarmo morale della società russa, potrebbero utilizzare diversi strumenti in Moldova. Il primo è quello economico».